Aldo Varotto

Esame del campo visivo

Campo visivo
Ampiezza del campo visivo normale nelle varie direzioni.

Cos'é e a cosa serve

L'esame del campo visivo serve per misurare la sensibilità luminosa nelle diverse direzioni, in ogni occhio.
Viene eseguito con delle apparecchiature chiamate perimetri.
Sono tuttora disponibili dei perimetri comandati manualmente da un operatore, ma le moderne apparecchiature sono quasi esclusivamente controllate da un computer, e l'esame per valutare il campo visivo si chiama pertanto perimetria computerizzata.

I principali vantaggi dei perimetri computerizzati in oculistica sono:

OCT Optovue
Il perimetro computerizzato dello studio oculistico Varotto.

Come funziona

La sensibilità luminosa dell'occhio è massima nel centro, e progressivamente degradante in periferia.
Questa situazione viene rappresentata graficamente in maniera analoga alle montagne nelle cartine topografiche.
Nelle cartine topografiche le montagne sono definite da linee che collegano punti della stessa altezza che vengono chiamate «isoipse».
Nelle rappresentazioni del campo visivo si utilizzano delle simili linee che collegano punti di uguale sensibilità luminosa chiamate «isoptere»

Isoipse
Isoipse per rappresentare le altezze nelle mappe topografiche.
Isoptere
Isola della visione.
Isoptere per rappresentare i limiti delle zone del campo visivo con uguale sensibilità luminosa.
La sensibilità luminosa è massima al centro, e si riduce progressivamente in periferia.

Sono stati messi a punto diversi metodi per determinare la soglia della sensibilità luminosa, e nel linguaggio oculistico sono definiti strategie di misurazione.

Perimetria con strategia dinamica

La perimetria dinamica (talvolta detta anche cinetica) è la prima strategia di misurazione della soglia messa a punto per la determinazione della soglia luminosa.
È stata per moltissimo tempo utilizzata nei perimetri manuali a proiezione di Goldmann.
Per definire la forma dell'isola della visione, viene utilizzata una mira luminosa con grandezza e intensità che identifica un determinato livello di profondità di sensibilità luminosa.
Spostando questa mira luminosa da una zona di non visione (periferica o cieca) ad una di visione, e chiedendo al soggetto esaminato di segnalare la percezione dello stimolo luminoso premendo un pulsante appena lo rileva, è possibile disegnare con una buona precisione il contorno di una isoptera.
La procedura è ripetuta con lo stesso stimolo per tutti i meridiani a distanza di 15° in modo da definire la forma delle isoptere.
Aumentando l'intensità o la dimensione dello stimolo luminoso, e ripetendo la procedura è possibile definire una isoptera di minore sensibilità, più ampia e periferica, corrispondente ad una parte più bassa dell'isola della visione.
Riducendo l'intensità o la dimensione dello stimolo luminoso, e ripetendo la procedura è possibile definire una isoptera di maggiore sensibilità, più ristretta e centrale, corrispondente ad una parte più elevata dell'isola della visione.

È da questa strategia di misurazione che è nato l'utilizzo delle isoptere per rappresentare la forma dell'isola della visione.

strategia dinamica
Strategia dinamica per l'individuazione della soglia di sensibilità luminosa.

Isoptere nella rappresentazione di un campo visivo eseguito con strategia dinamica
Isoptere nella rappresentazione di un campo visivo normale dell'occhio destro, eseguito con strategia dinamica.

La strategia di valutazione dinamica era utilizzata in tutti i perimetri manuali (perimetro di Goldmann), e viene ancora resa disponibile in alcuni modelli di perimetro computerizzato.

Questa tecnica può essere utilizzata vantaggiosamente per valutare ampie aree di campo visivo in tempi ragionevoli, in pazienti scarsamente collaboranti, a scapito di una limitata sensibilità.

Perimetria con strategia statica.

La perimetria statica può essere assimilata allo scandaglio utilizzato per determinare la conformazione dei rilievi e delle profondità del fondo marino.
Come lo scandaglio viene utilizzato per la determinazione verticale della distanza tra la superficie dell'acqua ed il fondo, così nella perimetria statica uno stimolo luminoso, in un determinato punto, viene aumentato progressivamente di intensità fino a quando viene riconosciuto.
Anche in questo caso il soggetto esaminato deve segnalare la percezione dello stimolo luminoso premendo un pulsante appena lo rileva.
In questo modo, la forma dell'isola della visione, viene determinata quando lo stimolo luminoso incrocia verticalmente la superficie dell'isola della visione.

I moderni perimetri computerizzati utilizzano quasi esclusivamente strategie statiche per valutare la sensibilità luminosa, in una serie di punti in posizioni determinate del campo visivo.
La combinazione di una strategia statica e di un pattern di distribuzione di punti testati definisce un programma perimetrico.

Nella perimetria statica, la sensibilità luminosa viene valutata regolando in ogni punto l'intensità dello stimolo luminoso di dimensioni fisse.

La superficie della mira normalmente corrisponde alla III del perimetro di Goldmann e copre un’area di 4 mm2.
È stata scelta questa dimensione in quanto si è dimostrata idonea sia ad esaminare il campo visivo centrale che quello periferico in tutte le patologie oculistiche o neurologiche.

Comune è la presentazione, secondo un ordine casuale, di stimoli luminosi di colore bianco proiettati su uno sfondo cupoliforme dello stesso colore.
Da ciò ne deriva il termine di perimetria bianco/bianco.

Strategia statica
Strategia statica di valutazione della sensibilità luminosa.

Iratampa di un esame del campo visivo eseguito con strategia di soglia

Rappresentazione di un campo visivo gravemente alterato, eseguito con strategia di soglia.
In alto a sinistra la mappa numerica indica i valori di sensibilità luminosa misurati.
In alto a destra la mappa in scala di grigi rappresenta graficamente la profondità dei deficit rispetto al normale.
Le mappe numeriche al centro indicano le differenze in decibel rispetto al normale.
Le mappe di simboli nella parte inferiore indicano la probabilità che le alterazioni siano reali o casuali.

In questo caso i risultati non sono rappresentati con le isoptere, ma possono essere rappresentati con mappe in scala di grigi, e di colori che rappresentano l'intensità delle variazioni rispetto al normale.
Possono essere anche utilizzate delle mappe numeriche che riportano i valori di sensibilità in ogni punto testato, e/o delle differenze rispetto al normale.
In alternativa si possono avere delle mappe di simboli che indicano se ogni punto testato risulta normale o patologico.

Strategie statiche di soglia

Le strategie di determinazione della soglia calcolano solitamente la soglia di sensibilità luminosa differenziale, ovvero la differenza tra la luminosità dello stimolo presentato e quella dello sfondo sul quale esso viene proiettato.

Strategie statiche sovraliminari (strategie di screening)

Le strategie sovraliminari consentono un esame qualitativo del campo visivo molto rapido, ma con scarse informazioni sull'entità del danno.
Si basano sulla presentazione di stimoli di luminosità superiore alla soglia presunta.
Non misurano la reale sensibilità luminosa in ogni punto, ma lo classificano in 2 o più categorie (visto-non visto, oppure normale - difetto relativo - difetto assoluto).

Sono adatti ad eseguire esami rapidi su molti pazienti (per questo sono definite strategie di screening), per pazienti anziani, con ridotta capacità di attenzione, e di mantenimento della posizione davanti alle apparecchiature, e per riconoscere grossolani difetti, soprattutto legati a danni delle vie ottiche.

Sono strategie inadatte a valutare e seguire la progressione di malattie come il glaucoma

Programmi perimetrici

I moderni perimetri computerizzati, per eseguire gli esami del campo visivo utilizzano i "programmi perimetrici".
Si tratta di una serie di istruzioni ottenute combinando una griglia spaziale di punti da testare, ed una strategia utilizzata per misurare la sensibilità luminosa in tali punti.

I programmi perimetrici possono essere scelti in base alle malattie che si intendono valutare, ed in base ai pazienti da esaminare.

Si possono scegliere delle griglie simmetriche, più ampie in certe direzioni, con punti disposti a distanze omogenee, o punti più concentrati nelle zone che possono essere colpite da certe malattie.
Si possono scegliere delle griglie per studiare il campo visivo centrale, o per quello periferico.

Si possono scegliere accurate e dispendiose strategie di soglia per determinare con precisione l'entità di eventuali difetti e seguire l'evoluzione di malattie come il glaucoma.
Oppure si possono utilizzare strategie di screening adatte alla valutazione rapida di grandi numeri di persone, per pazienti con scarsa capacità di collaborazione, o per escludere grossolani deficit prevalentemente legati ad alterazioni delle vie ottiche.

Tutti i perimetri computerizzati vengono forniti con una serie di programmi preimpostati e pronti per l'uso.
La stragrande maggioranza consente anche di personalizzarli in base alle proprie esigenze, o di crearne di propri ed originali. Si possono scegliere griglia di punti da testare, strategia di misurazione, precisione delle misure (bracketing), metodi di controllo della fissazione, indici perimetrici da calcolare,...

Riporto di seguito alcuni dei programmi perimetrici più utilizzati:

Gli indici perimetrici

I risultati dell'esame computerizzato del campo visivo sono rappresentati da una grande quantità di numeri, e di mappe, e talvolta la loro interpretazione risulta piuttosto incerta.
Gli sviluppatori della perimetria computerizzata hanno pertanto voluto creare dei parametri che consentono di riassumere in pochi numeri le caratteristiche complessive di un esame del campo visivo, cioè gli indici perimetrici:

Come viene eseguito l'esame

L'esame del campo visivo non è traumatico, né pericoloso per la salute, e non comporta disagi.
Non richiede la somministrazione di farmaci, e/o la dilatazione della pupilla.
Non influenza la visione.
Richiede una certa attenzione, abilità, e concentrazione da parte di chi si sottopone all'esame.

Quasi tutti i programmi perimetrici sono creati per esaminare un solo occhio alla volta.
L'occhio non esaminato viene coperto con una benda.
Davanti all'occhio da esaminare, se necessario, vengono posizionate delle lenti calcolate in base al difetto visivo del paziente per lontano. Le lenti servono per consentire la migliore visione alla distanza di esecuzione dell'esame.
Il paziente da esaminare viene posto di fronte ed al centro di una cupola luminosa con un raggio di curvatura che normalmente è di circa 30 cm.
Deve mantenere la corretta posizione della testa, appoggiando il mento e la fronte su appositi supporti regolabili.
È necessario che lo sguardo sia sempre rivolto al centro della cupola, osservando una piccola mira di fissazione luminosa.

Al paziente viene consegnato un pulsante da tenere in mano, che va premuto ogni volta che vede comparire uno stimolo luminoso.

Durante l'esame vengono proiettati all'interno della cupola dei piccoli stimoli luminosi:

Il paziente esaminato deve premere il pulsante tutte le volte che vede comparire un stimolo luminoso, solo se lo vede comparire, e sempre senza muovere gli occhi.

Durante l'esame è possibile sbattere normalmente le palpebre, ed è oppurtuno respirare normalmente.

In caso di necessità è possibile sospendere l'esame, e completarlo successivamente.

Applicazioni pratiche

La sensibilità luminosa può essere influenzata da alterazioni e malattie dell'occhio, oppure da alterazioni della trasmissione delle informazioni visive dall'occhio alla corteccia cerebrale visiva.

La trasmissione degli stimoli visivi dall'occhio al cervello segue un percorso particolare:
Le fibre nervose del nervo ottico appena dopo essere uscite dall'orbita, ed entrate nella cavità cranica si suddividono.
Le fibre che trasportano gli stimoli luminosi che provengono dalle emi-retine nasali (che ci consentono di vedere negli emicampi visivi temporali a destra nell'occhio destro, ed a sinistra nell'occhio sinistro) si incrociano chiasma ottico in una struttura chiamata ch e raggiungono il lobo cerebrale occipitale controlaterale. Le immagini che provengono dalla metà sinistra del campo visivo (emiretina nasale) dell'occhio sinistro, arrivano all'emisfero cerebrale destro, dopo aver attraversato il chiasma ottico.
Le immagini che provengono dalla metà destra del campo visivo (emiretina nasale) dell'occhio destro, arrivano all'emisfero cerebrale sinistro, dopo aver attraversato il chiasma ottico.
Le immagini che provengono dalla metà destra del campo visivo (emiretina temporale) dell'occhio sinistro, arrivano all'emisfero cerebrale sinistro, senza incrociarsi con quelle dell'altro occhio.
Le immagini che provengono dalla metà sinistra del campo visivo (emiretina temporale) dell'occhio destro, arrivano all'emisfero cerebrale destro, senza incrociarsi con quelle dell'altro occhio.

Vie ottiche

Le alterazioni del campo visivo provocate da lesioni dell'apparato visivo anteriori all'incrocio dei nervi ottici sono definite: "lesioni prechiasmatiche".
Le lesioni prechiasmatiche possono essere provocate da una estrema varietà di lesioni, che partono dalle alterazioni di trasparenza e di messa a fuoco, fino a malattie anche gravi come i glaucomi, le vasculopatie retiniche, le maculopatie, e le neuriti ottiche.
Possono colpire un solo occhio, o entrambi gli occhi in misura diversa, e con deficit con caratteristiche differenti a seconda della malattia che li ha procurati.

Le alterazioni del campo visivo provocate da lesioni dell'apparato visivo localizzate in corrispondenza dell'incrocio dei nervi ottici sono definite: "lesioni chiasmatiche".
Sono provocate spesso da tumori della ghiandola ipofisi, o delle meningi (le membrane che avvolgono l'encefalo).
Si manifestano con deficit del campo visivo chiamati: "emianopsia bitemporale eteronima".
Coinvolgono l'emicampo visivo destro in occhio destro, e l'emicampo sinistro in occhio sinistro.
"Emi-" indica che il danno riguarda metà del campo visivo
"anopsia" significa mancanza di visione
"bi-" indica che il difetto riguarda entrambi gli occhi.
"temporale" indica che il difetto riguarda la parte del campo visivo verso la tempia,
"eteronima" indica che il difetto del campo visivo riguarda lati del campo visivo con nomi diversi in entrambi gli occhi ("destro" in occhio destro, e "sinistro" in occhio sinistro).

Le alterazioni del campo visivo provocate da lesioni dell'apparato visivo posteriori all'incrocio dei nervi ottici sono definite: "lesioni postchiasmatiche".
Sono provocate generalmente da lesioni ischemiche, emorragiche o compressive.
Si manifestano con deficit del campo visivo chiamati: "emianopsia laterale omonima".
Coinvolgono l'emicampo visivo dello stesso lato in entrambi gli occhi.
"Emi-" indica che il danno riguarda metà del campo visivo
"anopsia" significa mancanza di visione
"laterale" indica che il difetto riguarda un solo lato del campo visivo in entrambi gli occhi,
"omonima" indica che il difetto del campo visivo riguarda il lato del campo visivo con lo stesso nome in entrambi gli occhi ("destro" in entrambi gli occhi, oppure "sinistro" in entrambi gli occhi).
Un'ultima caratteristica delle emianopsie laterali omonime è la "congruità", che definisce la similitudine della forma e dell'estensione dei difetti nei 2 occhi.
Una maggiore congruità generalmente si associa a lesioni più posteriori delle vie ottiche postchiasmatiche.

Glaucoma

L’esame del campo visivo, è ancora oggi la tecnica di semeiotica funzionale più utile ed utilizzata per inquadrare e definire la gravità del danno da glaucoma.

Una tipica alterazione iniziale del campo visivo nel glaucoma è un difetto perimetrico asimmetrico, indifferentemente superiore od inferiore rispetto al meridiano orizzontale, localizzato nell’ emicampo nasale, denominato salto nasale.

Nel glaucoma conclamato, i difetti perimetrici divengono progressivamente più densi e più larghi.
Compaiono difetti arcuati (fascicolari), profondi o assoluti, interessanti inizialmente un emicampo e successivamente anche l'altro, denominati scotomi arciformi di Bjerrum.
Negli stadi terminali, permangono soltanto isole di sensibilità residua, tipicamente nell’area centrale e in periferia temporale.

La perimetria computerizzata è fondamentale per valutare il controllo o l'evoluzione dei danni provocati dalla malattia.

Malattie neurologiche

In alcuni casi i sintomi visivi possono essere i primi che si manifestano in alcune malattie neurologiche.
L'esaame del campo visivo permette di ottenere una documentazione rapida, e non invasiva di molti disturbi neurologici, ed anche la localizzazione probabile delle lesioni.



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