Aldo Varotto
Pachimetria corneale e glaucoma

Pachimetria corneale

La pachimetria corneale è la misura dello spessore corneale, cioè della struttura trasparente più anteriore dell'occhio.
La misura viene eseguita in micra (abbreviato con il simbolo µ) cioè in milionesimi di metro, o millesimi di millimetro.
Lo spessore "normale" della cornea al centro è infatti di poco superiore a mezzo millimetro (520-540 µ)

Spessore corneale
Le frecce rosse indicano lo spessore che viene misurato quando si esegue la pachimetria corneale.

Cosa c'entra il glaucoma?

Le relazioni tra pachimetria corneale e glaucoma sono state scoperte dopo che si è diffusa la chirurgia refrattiva.
Per la maggior parte di questi interventi è infatti necessario eseguire la pachimetria.
Gli interventi spesso provocano un assottigliamento della cornea, ed in questi casi (di cornee assottigliate chirurgicamente), dopo l'intervento era stata riscontrata una riduzione delle misutre tonometriche medie.
Eseguendo la pachimetria anche su persone non operate, sane e con glaucoma, sono state realizzate numerose ricerche che hanno dimostrato in modo inequivocabile 2 importanti relazioni tra pachimetria corneale e glaucoma:

  1. I pazienti con cornea sottile hanno un maggior rischio di sviluppo e progressione di danni glaucomatosi, mentre quelli con una cornea spessa sarebbero più protetti da questo rischio;
  2. Nei pazienti con cornea sottile la misura della pressione oculare (eseguita con le apparecchiature normalmente presenti negli ambulatori oculistici) risulta minore di quella reale, e viceversa la pressione appare superiore al vero nei pazienti con cornea spessa.

Questi due aspetti probabilmente sono legati tra loro.
La pressione oculare elevata è infatti uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo e la progressione del glaucoma, ed è l'unico che attualmente si può ridurre significativamente con le terapie.
In presenza di una cornea sottile si rischia pertanto ignorare (se le misure della pressione oculare sono normali) o sottostimare (se le misure della pressione risultano poco alterate) il principale fattore di rischio per il glaucoma.
Viceversa in casi con cornee molto spesse ci si può preoccupare meno anche in presenza di valori pressori lievemente rialzati.

Come si esegue la pachimetria

La pachimetria si esegue in modo rapido e con minimo disagio per chi vi si sottopone, ma richiede sofisticate apparecchiature.
La metodica più diffusa sfrutta tecniche di ecografia monodimensionale (A-scan) con apposite sonde ad alta frequenza.
Nella pratica per l'esecuzione dell'esame è necessario instillare una goccia di collirio anestetico nell'occhio da esaminare, ed appoggiare sulla cornea per pochi istanti una sonda simile ad una piccola penna.

La seconda tecnica sfrutta invece delle formule matematiche, per risolvere problemi geometrici applicati alla misurazione dei riflessi di priezioni luminose sulla superficie anteriore e posteriore della cornea.

Come si valuta la variazione di rischio indotta da una pachimetria alterata?

Il tonometro ad applanazione di Goldmann è lo strumento più diffuso, e rapprersenta la "metodica di riferimento" per la misurazione della tensione oculare.
Nella progettazione di questo strumento (avvenuta prima che si diffondesse la pachimetria corneale) veniva considerata una pachimetria corneale media "normale" di 520 µ
In base alle valutazioni delle variazioni del rischio al variare della pachimetria, e confrontando le misure ottenute con il tonometro di Goldmann con quelle rilevate con sensori posizionati all'interno di occhi con diversi valori di spessore corneale, sono state proposte delle formule per calcolare la pressione oculare reale, a partire delle misure fornite dal tonometro di Goldmann, conoscendo il valore di pachimetria corneale:

formula 520 micra
La formula che fornisce l'errore di misura della pressione rilevata con il tonometro di Goldmann, in base al valore di pachimetria dell'occhio esaminato, considerando normale uno spessore di 520 µ.

Per ogni variazione di 10 µ rispetto al normale valore pachimetrico di 520 µ si calcola che si verifichi un erronea valutazione del tono reale di 0,35 mmHg

Siccome dopo la diffusione delle misure pachimetriche, si è scoperto che lo spessore corneale medio "normale" è di 540 µ (anziché 520 µ come pensava Goldmann) è stato proposto di adottare una formula che utilizzi questo valore di normalità:
ad ogni variazione di 50 µ rispetto al valore normale di 540 µ, bisognerebbe considerare un errore di misurazione di 2,5-3,5 mmHg.

formula 540 micra
La formula che fornisce l'errore di misura della pressione rilevata con il tonometro di Goldmann, in base al valore di pachimetria dell'occhio esaminato, considerando normale uno spessore di 540 µ.

Le due formule comunque non foniscono nella pratica risultati molto dissimili.

In questo sito è stato inserito un calcolatore calcolatrice che permette di valutare «on-line» il proprio errore tonometrico, ed il valore di tono corretto in base alla propria pachimetria corneale centrale.

Il programma "Occhiolino" che ho realizzato personalmente, e che utilizza per l'archiviazione e la refertazione delle visite oculistiche è dotato di apposite "finestre" che consentono di eseguire automaticamente questi calcoli.

Occhiolino tono e pachimetria
Finestra per il calcolo dell'errore tonometrico in "Occhiolino".

Quando bisogna eseguire la pachimetria?

Diversamente dall'esame del campo visivo, e di altre misurazioni utilizzate per la valutazione del danno glaucomatoso (che può progredire nel tempo), lo spessore corneale è un parametro che non subisce significative variazioni negli anni.
Pertanto di norma è sufficiente eseguire la pachimetria corneale una sola volta.



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