canoista Canoa a vela

Sommario

Riporto di seguiti i links agli argomenti di questa pagina.

Perché
Dubbi
Tipi di armatura velica
Piani velici
Albero
Boma
Scotta
Deriva
Timone
Messa a punto
Glossario di termini velici e nautici


Perché

Leggerezza della canoa a vela
Una canoa a vela armata e pronta per la navigazione con un peso complessivo di meno di 25 Kg

Prova la sensazione di andare sulla canoa a vela

Qualcuno si chederà perchè darsi la “pena” di trasformare una canoa per farla andare a vela.
Ci sono molte ragioni:

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I dubbi

Una canoa potrebbe sembrare troppo stretta per sopportare lo sbandamento provocato dalla spinta della vela.
Si tratta di una preoccupazione giustificata.
Ma un'imbarcazione è tanto più veloce quanto più è lunga e stretta, e sarà difficile trovare un natante a vela più stretto e lungo.
Utilizando una vela di dimensioni e forma adeguate, con un centro di spinta non troppo elevato, con una certa esperienza, si può riuscire a navigare con soddisfazione e senza rovesciarsi anche con vento incredibilmente forte.

Cosa succede se ci si rovescia?
Ci si bagna e spesso si nuota!
A seconda del galleggiamento della canoa (dipende dal materiale di costruzione e dalla presenza di eventuali sacche di galleggiamento), si può verificare un rapido affondamento, oppure la canoa può essere raddrizzata e svuotata in pochi minuti con una gottazza, per riprendere la navigazione dal punto in cui ci si trova.

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Tipi di armatura velica

randa classica
la mia canoa armata con randa classica (bermudan)

Ci sono 2 modi di navigare a vela su una canoa.
Per navigare in favore di vento basta sollevare qualunque cosa in grado di fermare l'aria. Può andar bene qualunque cosa: un'aquilone, una giacca, un telo da campeggio, io ho usato perfino un asciugamano da spiaggia, e possono essere sostenuti da una pagaia, da rami o canne recuperati lungo le rive, e fissati in qualunque modo.
Con questi sistemi però si può navigare solo nella direzione in cui soffia il vento, deviando la direzione al massimo di 20 o 30 gradi con qualche difficoltà.

Se invece si vuole utilizzare la forza del vento per andare dove si vuole, cioè se si vuole navigare e non essere trascinati alla deriva, se si vuole poter risalire il vento, ci si deve dotare di un'attrezzatura un po' più raffinata.

La superficie della vela non dovrebbe essere eccessiva, e quella massima ammessa dall' associazione britannica di canoe a vela (Open Canoe Sailing Group -OCSG-) è di 44 piedi quadrati (4,09 m2).
Una vela troppo grande può rendere, difficile o stressante la navigazione, l'attrezzatura è ingombrante da stivare, ed armare la canoa in navigazione può diventare impossibile.

vela latina
Alcune canoe armate con vela latina
(da Solway Dory)

Si utilizzano attualmente 3 tipi principali di vele.
La randa classica (vela di Marconi) è quella più performante, ma richiede un albero ed un boma lunghi, ed ha un centro di spinta piuttosto elevato.
Favorisce lo sbandamento dell'imbarcazione, il boma può sporgere molto lateralmente, ed il controllo dell'assetto può diventare impegnativo in alcune condizioni.

Il tipo di vela più diffuso sulle canoe è la vela latina, una vela triangolare meno sviluppata in altezza, (quindi con un centro di spinta più basso), che utilizza un albero basso ed un pennone lungo (356 cm) che sostiene la parte superiore della vela.
È facile modificare la forma della vela cazzando la borosa.
È facile da ammainare.
Non si riesce a terzaruolare in modo soddisfacente. In caso di difficoltà è facile da ammainare la vela al largo e tornare pagaiando.

vela tirata
Una canoa armata a
ketch con vela al terzo
(da Solway Dory)

La vela al terzo (lug sail) ha l'aspetto di una vela classica, con pennone e boma.
Ha un centro di spinta basso (minor tendenza a sbandare la canoa).
È veloce da issare ed ammainare, anche in acqua.
È facile da terzarolare.
Le alberature sono corte (generalmente non superano i 2 metri), e consentono un facile stivaggio all'interno della canoa.
Si possono combinare tra loro 2 vele a prua ed a poppa per realizzare un ketch, che crea un centro di spinta più basso, lascia libera la parte centrale della canoa, e facilita la riduzione della superficie velica semplicemente ammainando la vela di poppa.

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Piani velici

Potete aquistare una vela già pronta, od un intera armatura velica per la vostra canoa da alcuni fornitori esteri (segnalo ad esempio Solway Dory o Duckworks).
Il costo però sarà piuttosto elevato, sara aggravato dalle spese di spedizione, avrete probabilmente qualche problema per i pagamenti in valuta estera (non si può pagare con carta di credito e vi verrà richiesto di eseguire complicati versamenti su banche straniere), e dovrete comunque adattare il kit alla vostra canoa.
Altrimenti potete procurarvi voi tutto il necessario vicino a dove abitate.
È un po' più laborioso, ma anche più gratificante.
Riporto in questa sezione dei disegni schematici dei suddetti 3 tipi di vela da applicare ad una canoa.
Si possono utilizzare per dare delle indicazioni ad un velaio per farsi confezionare la vela desiderata.
Potete procurarvi ferramenta inossidabile, cordami (devono essere "prestirati", inestensibili, e non devono prendere volte con il tensionamento), bozzelli, gallocce, snodi, trozza del boma, cavallotti e golfari nel negozio di nautica che preferite.
Se avete delle difficoltà c'è sempre internet che ci viene incontro:
  • Spray articoli tecnici per la nautica un negozio on-line che puņ fornire tutto il necessario per le costruzioni e la manutenzione nautica.
  • Osculati (uno dei più grandi rivenditori italiani di attrezzature nautiche che opera a Milano e che è anche il maggiore rifornitore all'ingrosso dei negozi specializzati in Italia);
  • Oltrevela (un rivenditore estremamente fornito, che opera tramite internet, e che vi farà avere quanto ordinato direttamente a casa).

Lug sail
Vela al terzo (Lug Sail)

Vela latina
Vela latina

Randa moderna
Randa moderna (bermudan sail)

Dopo molte valutazioni io ho optato per una randa moderna.
La più performante, la più facile da farsi costruire e da armare.
Le regolazioni per questo tipo di vela sono efficaci, e familiari per qualunque velista.
La superficie velica è facilmente riducibile avvolgendo la vela sull'albero e rimettendo in tensione la borosa. Anche se non si può eseguire in navigazione, credo che al largo, con vento forte ed onde, sia difficile terzarolare anche una vela al terzo.
Il centro di spinta della vela è solo leggermente più alto rispetto alle altre vele; se infatti l'albero è sensibilmente più lungo, la forma triangolare della vela fa si che la gran parte della superficie sia nella zona bassa.
Anche se necessita di un albero più alto, non ha bisogno del pennone.
Io ho utilizzato un albero da windsurf in vetroresina smontabile in 2 pezzi (solido leggero e facile da procurarsi), e quando si smonta l'attrezzatura si ottengono "3 pali" (2 mezzi alberi ed un boma) di lunghezza inferiore a quelli degli altri tipi di vela (albero, picco e boma).
Nessun velaio avrà difficoltà nel confezionare questo tipo di vela (io mi sono rivolto a Veleria Technosail di Monza (MI) perchè è abbastanza vicina a dove abito, ed ho trovato personale competente e disponibile).

In un secondo tempo mi sono costruito da solo una seconda armatura con vela al terzo.
Per chi vuole ripercorrere questa esperienza, ho riportato le mie esperienze in una apposita pagina di questo sito.

La tabella seguente riassume le caratteristiche comparative dei piani velici presentati.

Vela al terzo
Latina
Bermudan
(Randa moderna)
Superficie m2
(sq ft)
4,18
(45)
4,09
(44)
4,09
(44)
mura cm
140,6
355
346
base cm
224,6
260
236
base superiore cm
196
Albero cm
300
250
440
(2 x 230)
boma cm
235
260
240
pennone
206
355
NO
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Albero

L'albero può essere costruito in legno, in alluminio, o si può utilizzare un albero la windsurf.

Le alberature in legno consentono un facile fissaggio della ferramenta ma hanno un lunga serie di svantaggi.

Le alberature in alluminio offrono caratteristiche migliori:

Gli alberi da windsurf sono reperibili in fibra di vetro (economici), in fibra di carbonio (leggeri ma molto costosi) ed in alluminio ed hanno ulteriori vantaggi:

Per il fissaggio non vanno nemmeno considerati strallo e sartiame: la ridotta larghezza dello scafo non consente un fissaggio soddisfacente, senza ostacolare i movimenti della vela.

Vengono quasi universalmente utilizzati una apposita traversa (thwart), fissata ai bordi della canoa (gunwhale) ed un piede d'albero in legno fissato al fondo della canoa.

Fissaggio dell'albero
Fissaggio dell'albero.
Traversa di sostegno forata, e fissata ai bordi con morsetti.
Piede d'albero in legno incollato al fondo della canoa.
Nel particolare il laccetto che impedisce all'albero di sfilarsi.

La traversa dovrebbe essere realizzata con un legno duro di spessore 2,7 - 3 cm.
Si utilizza normalmente il legno delle altre traverse (frassino o ciliegio).
Per il fissaggio ai bordi è possibile utilizzare delle viti passanti, che garantiscono un ottimo fissaggio, ma costringeranno a forare i gunwhales.
Personalmente ho utilizzaato dei comuni morsetti reperibili in ferramenta che si sono dimostrati più che sufficienti a reggere gli sforzi della vela, senza danneggiare i bordi della canoa soprattutto quando applicati a gunwhale in materiale plastico. Per migliorare l'aderenza, ho incollato sulle estremità della traversa, delle strisce di gomma ricavate da una camera d'aria per le ruote.
Un fissaggio di questo tipo dovrebbe sostanzialmente impedire lo spostamento solo all'indietro.
In avanti la traversa non può spostarsi perché appoggiata contro i fissaggi del seggiolino.
Sui fianchi la traversa appoggia contro i bordi della canoa.
In alto è bloccata dalla presenza dei gunwales.
Al centro la traversa deve avere un foro del diametro dell'albero che la deve attraversare.

rottura supporto dell'albero
Ecco come può finire una bella giornata di vento forte, quando, per la costruzione della traversa di supporto dell'albero, si utilizza un legno troppo poco resistente (in questo caso abete), o non sufficientemente dimensionato.

Il piede d'albero viene realizzato con un pezzo di legno duro, con un foro del diametro della base dell'albero.
Viene fissato longitudinalmente al fondo della canoa esattamente sotto il centro della traversa di sostegno dell'albero.
Il fissaggio del piede d'albero può essere eseguito con delle viti nelle canoe in legno con chiglia, altrimenti dovrà essere incollato (io ho utilizzato del silicone e viti passanti su una canoa in royalex, resine epoxy su una canoa in kevlar).

Prima di marcare il punto in cui va fissato il piede d'albero, si deve montare la traversa di sostegno dell'albero, infilarci l'albero, ed è assolutamente raccomandabile controllare di aver posizionato lo scafo perfettamente orizzontale (sia in senso longitudinale che trasversale), e l'albero perfettamente verticale (sia in senso anteroposteriore, sia lateralmente).

Posizionamento in piano della canoa longitudinalmente Posizionamento in piano della canoa trasversalmente

Posizionamento in piano della canoa longitudinalmente
Delle assi di legno trasversali vengono spinte sul pavimento sotto la punta e la coda per immobilizzarla nella corretta posizione

Posizionamento in piano della canoa trasversalmente
Delle assi di legno longitudinali vengono spinte sul pavimento, contro i fianchi per immobilizzarla nella corretta posizione

Posizionamento dell'albero verticalmente in senso anteroposteriore Posizionamento dell'albero verticalmente in senso laterale

Posizionamento dell'albero verticalmente in senso anteroposteriore

Posizionamento dell'albero verticalmente in senso laterale

Ora che è tutto posizionato correttamente si può marcare la posizione in cui va fissato il piede d'albero.

Sull'albero, appena al di sopra del punto in cui attraversa la traversa di supporto, si dovrà fissare un golfare.
Servirà per collegarci il caricabasso della vela, il vang (o la scotta), e per collegare un vincolo che impedisca all'albero di sfilarsidai suoi supporti verso l'alto .

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Boma

Per il boma mi sono procurato da un ferramenta un tubo di alluminio del diametro di 3,2 cm (1 pollice + ¼) e della lunghezza di 240 cm.
E' leggero, inossidabile, e sufficientemente solido.

trozza
Le fasi della costruzione della trozza del boma:
Sulla sinistra i ganci inossidabili ottenuti da un appendiabiti.
Sulla destra una forcella viene di legno duro viene sagomata e verniciata.
I pezzi così ottenuti vengono montati sul tubo di alluminio che formerà il boma.

Per fissarlo all'albero si può comperare un'apposita trozza da un negozio specializzato in forniture nautiche, ma costerà un occhio della testa.
Per le esigenze cui sarà destinato, si potrà comunque costruire un economicissimo dispositivo di fissaggio, simile a quelli che si utilizzavano fino a qualche anno fa per i boma da windsurf.
Sarà sufficiente sagomare un terminale a forcella di legno da inserire ad un'estremità del boma.montaggio del boma
È opportuno utilizzare un legno duro, con le venature disposte nella direzione della lunghezza del boma, ed andrebbe preparato da un'asse di spessore superiore a 3 cm, e di larghezza superiore a quella dell'albero (nel mio caso 5 cm).
La ricerca si potrebbe dimostrare molto più complicata del previsto, poiché gli unici legni che si riescono a reperire con una certa facilità in Italia sono l'abete (utilizzato per la costruzione dei tetti), vari tipi di truciolare (utilizzato per la costruzione di mobili) e di compensato (generalmente sottile).
Si può eventualmente ricercare un ramo del diametro di circa 3 cm in prossimità di una biforcazione; avrà costo zero, le fibre di legno già disposte nella giusta direzione, e richiederà poco sforzo per essere sagomato.
Si dovrebbe poi fissare un gancio inossidabile a qualche centimetro di distanza dall'estremità anteriore del boma. Il gancio può essere ottenuto con minima spesa da un appendiabiti in lega inossidabile (come illustrato nelle figure).
Il gancio servirà per bloccare sul boma le estremità di un anello di corda che verrà avvolto doppio attorno all'albero nel punto di fissaggio.
Inclinando il boma sarà facile inserire le estremità dell'anello di corda allentato sui ganci della trozza, raddrizzando il boma i ganci metteranno in tensione il cordino e fisserà la trozza sull'albero.

Per fissare la borosa all'altra estremità del boma si può acquistare un piede d'albero da windsurf che ad un basso prezzo metterà a disposizione bozzelli e strozzascotta in ua struttura plastica a cappello che fungerà da terminale per il tubo di alluminio.

terminale distale del boma
Il terminale distale del boma ottenuto da un piede d'albero da windsurf, attrezzato per il fissaggio della borosa.

In alternativa si può rivettare un golfare in acciaio inox, su cui fissare dei bozzelli.
Lo stesso tipo di fissaggio si può adottare per i punti di attacco della scotta e del vang.

fissaggio di un golfare sul boma
Un golfare rivettato sul boma.
Può essere utilizzato per il fissaggio della scotta, del vang, o della borosa.
Per evitare di indebolire il boma, il punto d'attacco è stato rinforzato con un tubo concentrico che distribuisce lo sforzo su tutta la circonferenza e riduce il rischio di deformazioni e schiacciamenti

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Scotta

Per la scotta è sufficiente un cordino del diamtro di 6 mm.
È preferibile scegliere un cordino prestirato, che risulterà meno elastico, e soprattutto avrà minor tendenza a "prendere delle volte".


La scotta utilizza un paranco fissato alla traversa posteriore ed è rinviata al piede d'albero su un bozzello con strozzascotta, in modo da poter comodamente governare stando seduti al centro e rivolti in avanti.
Verrà inoltre esercitata una forza simile a quella di un vang.

Trasto randa
Per fissare la scotta alla traversa posteriore ho utilizzato un anello di cordino collegato ad un bozzello

Fissaggio trasto
Avvolgendo più volte l'ansa di cordino alla traversa, ed infilando infine il terminale con il bozzello all'interno dell'ansa, si otterrà un bloccaggio rapido, e con una resistenza sufficiente ad impedire al bozzello di scivolare lateralmente.

Resettaggio
Quando ripongo l'attrezzatura dopo l'uso, utlizzo l'ansa di cordino per il fissaggio della scotta alla traversa posteriore, per raccogliere rapidamente tutta la "ferramenta".

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Deriva

La deriva è una sorta di pinna immersa in acqua, che serve per contrastare componente laterale della spinta impressa alla canoa dalla vela.

Dovrebbe essere costruita in legno duro (frassino, ciliegio) o con copensato marino.
Dovrebbe essere larga 20 cm, immersa per 70 cm, e spessa circa 2 cm.

Per il fissaggio delle derive si possono utilizzare vari sistemi:

sezione della deriva
Se la deriva viene sagomata in modo che abbia in sezione un profilo alare (con la parte piatta all'esterno, e la parte bombata verso il centro della canoa),
l'avanzamento produrrà una spinta che tenderà a spostare la canoa lateralmente sopravento, e migliorerà la capacità di opporsi allo scarroccio.

Pezzi della deriva
I pezzi con cui è costruita la mia deriva:
Il dispositivo "a morsa" è realizzato con un distanziatore triangolare (per consentire l'inclinazione) dello spessore del gunwale.
2 spine di legno mantengono i corretti rapporti con la deriva.
Una vite con manopola consente di regolare la forza della presa.

Montaggio della deriva
La deriva montata sul bordo della canoa.

Inclinazione della deriva
Il dispositivo di montaggio consente di inclinare all'indietro a piacere la deriva.

Il punto di posizionamento della deriva generalmente è circa 60 cm posteriormente all'albero, e dovrebbe essere molto vicino al centro della canoa (vedi oltre).

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Timone

Il timone non è essenziale per poter veleggiare con la canoa.
Se l'attrezzatura velica è ben assettata, dovrebbe essere possibile governare quasi esclusivamente regolando in avanti od indietro il peso sulla canoa, o modificando leggermente lo sbandamento laterale.

Una pagaia, soprattutto quelle tradizionali canadesi, con pala stretta ed allungata possono funzionare bene come timone.
È il metodo che personalmente preferisco, perché non richiede complicate attrezzature aggiuntive, perché la pagaia può essere utilizzata nelle manovre (ad esempio per prendere il largo tra scogli o bagnanti), e consente un ottimo controllo anche con vento molto forte.
Basta immergerla fuoribordo a poppa sul lato sottovento e fare leggermente leva sul bordo della canoa.
Nelle giornate con poco vento, quando sarete semisdraiati nella canoa, con la mano che sostiene mollemente la pagaia fuoribordo, avrete un aspetto particolarmente rilassato.
Bisogna fare molta attenzione, che con la velocità, le mani bagnate, ed eventualmente con il freddo, la pagaia non sfugga di mano (è facile perderla in acqua).

Posizione per timonare con la pagaia
Come posizionarsi per governare con la pagaia.

Se però si desidera usare la canoa esclusivamente a vela, l'applicazione di un timone potrebbe rendere l'uso più semplice e confortevole.

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Messa a punto

Perchè la canoa possa navigare a vela efficacemente e con poco sforzo, ogni componente dell'attrezzatura deve essere posizionato in maniera appropriata, in modo che il centro di spinta della vela corrisponda al centro di resistenza laterale generato dalla deriva, ed entrambi questi punti devono trovarsi molto vicini al centro della canoa.

Il centro di spinta della vela è un punto immaginario, nel quale applicando una forza si otterrebbe lo stesso effetto prodotto da tutte le forze che agiscono sui singoli punti della vela. Cioè riassume ipoteticamente in un solo punto l'effetto delle forze che agiscono sulla vela.
Il centro di resistenza laterale corrisponde quasi esattamente al punto in cui viene posizionata la deriva.
Se si imprime allo scafo una spinta laterale nel punto di resistenza laterale, lo scafo non girerà.
Se la spinta laterale viene applicata anteriormente al centro di resistenza laterale, la punta della canoa girerà nella direzione della spinta (nel caso della canoa a vela, l'imbarcazione poggia, cioè gira in modo che il vento le venga più da dietro).
Se la spinta laterale viene applicata posteriormente al centro di resistenza laterale, la punta della canoa girerà nella direzione opposta a quella della spinta (nel caso della canoa a vela, l'imbarcazione orza, cioè gira verso la direzione del vento).

La vela che ho costruito, e quelle descritte in questa pagina dovrebbero avere un centro di spinta laterale circa 60 cm posteriormente all'albero.
Per comodità l'albero viene generalmente posizionato appena posteriormente al seggiolino anteriore. In questo modo, su una canoa di 16 piedi la deriva dovrebbe essere posizionata quasi precisamente al centro della canoa (in corrispondenza della traversa centrale)

Si dovranno poi eseguire delle prove per stabilire l'esatto posizionamento della deriva, in modo che il centro di resistenza laterale sia posizionato in corrispondenza del centro di spinta laterale della vela.
Se l'attrezzatura è ben bilanciata la canoa dovrebbe andare diritta anche senza l'ausilio del timone, spostando il peso in avanti dovrebbe orzare, e spostando il peso indietro dovrebbe poggiare.
In pratica le barche a vela tendono a posizionare la deriva lievemente più in avanti rispetto al centro di spinta della vela. In questo modo, quando non si agisce sul timone, la barca tende a venire spontaneamente verso il vento ed a fermarsi. Con un assetto di questo tipo sarà inoltre facile govenare anche con una pagaia immersa in acqua sottovento, ed utilizzata facendo leva sul bordo della canoa.
Si deve invece evitare assolutamente di posizionare la deriva troppo arretrata.
La canoa potrebbe diventare ingovernabile, incapace di risalire il vento ("stringere la bolina"), scarroccerebbe di traverso sottovento anzichè andare in avanti, e potrebbe diventare impossibile virare in prua.

In realtà il punto di spinta laterale della vela si modifica a seconda delle andature (è più anteriore nelle andature di bolina, e più arretrato nella andature al lasco), dello sbandamento della canoa, e della disposizione antero-posteriore del peso sullo scafo.
La deriva che ho realizzato e presentato in queste pagine può essere facilmente spostata lungo il bordo della canoa per ottenere il bilanciamento ideale.
Nelle andature di bolina la posizione della deriva andrà avanzata.
Nella andature di lasco andrà arretrata, o sollevata inclinandola indietro.
Sarà opportuno evitare sbandamenti eccessivi dello scafo, ed in questi casi eventualmente arretrare la deriva.
Il peso sulla canoa dovrebbe essere mantenuto al centro (arretrando eventualmente nelle andature al lasco o in caso di sbandamento).

Posizione del canoista singolo tutta la famiglia in canoa
Posizionamento dei canoisti.
Il canoista singolo siede appena dietro traversa centrale vicino al centro della canoa.
Quando si è in 2 o più persone si può stare seduti sui propri sedili.

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Glossario di termini velici

Come in quasi tutte le attività "particolari" anche per la vela si utilizzano dei vocaboli particolari che servono per identificare con rapidità e precisione i componenti dell'attrezzatura o le ma maniovre da eseguire.
E' bene imparae i principali vocaboli sia per facilitare la comunicazione, sia per rendersi comprensibili da parte degli esperti:

Prua La parte anteriore dell'imbarcazione
Poppa La parte posteriore dell'imbarcazione
Murata La parte che esce dall'acqua della fiancata di un'imbarcazione.
Armare una barca Montare l'attrezzatura per farla navigare a vela (alberature, vele, deriva/e, timone)
Issare Sollevare (la vela, la bandiera...) in posizione di esercizio
Ammainare Abbassare (la vela, la bandiera...) quando si termina l'utilizzo
Randa La vela principale di un'imbarcazione, generalmente quella più a poppa.
Mura Il cavo che serve a tesare la parte anteriore della vela
Indica anche il bordo sopravvento della vela.
Ad un incrocio tra 2 barche a vela ha la precedenza chi porta le mura a dritta (destra), ed il resto della vela a sinistra dello scafo.
Ralinga Un cavo cucito lungo il bordo di una vela che serve per rinforzo.
Spesso viene utilizzato anche per inserire il margine della vela in un solco del boma o dell'albero.
Drizza La fune che serve a sollevare e tenere in tensione le vele.
Scotta La fune utilizzata per regolare l'angolo e la tensione delle vele durante le varie andature.
Cazzare Mettere in tensione una fune per le regolazioni della vela (scotta, borosa, caricabasso...).
Boma Asta posizionata orizzontalmente e collegata all'albero che serve a mettere in tensione il bordo inferiore della randa.
Trozza Il giunto che consente il collegamento del boma all'albero.
Pennone Un'asta simile al boma, utilizzata da alcuni tipi di vela (come la vela latina o la vela tirata), per sospendere e mettere in tensione il margine superiore della vela.
Borosa La fune utilizzata per mettere in tensione la base della randa
Bugna Area rinforzata agli angoli inferiori delle vele delle vele
Redancia Anello (generalmente metallico) per rinforzare gli occhielli (ad esempio in corrispondenza della bugna).
Mataffioni Cavetti fissati alle vele che servono a fissarle ai pennoni, o a ripiegare la vela per ridurne la superficie in condizioni di vento forte.
Prendere 1 (o 2, o 3) mano di terzaroli
(terzaruolare)
Ridurre la superficie velica per affrontare condizioni di vento forte.
Generalmente si ottiene ripiegando la parte inferiore della vela sul boma, e fissandola con borosa e mataffioni.
Orzare Modificare la traiettoria dell'imbarcazione, in modo che la prua venca a trovarsi più contro la direzione del vento
Poggiare Modificare la traiettoria dell'imbarcazione in modo che la prua venga a trovarsi più sottovento
Virare Modificare la direzione dell'imbarcazione in modo che il vento e le vele si spostino sul lato opposto dell'imbarcazione.
Virata di prua: quando si attraversa la direzione di provenienza del vento con la prua della barca (orzando)
Virata di poppa: quando di attraversa la direzione di provenienda del vento in un andatura di poppa (poggiando).
Deriva E' una sorta di tavola immersa in acqua verticalmente sul fondo dell'imbarcazione che serve a prevenire lo scivolamento laterale.
Normalmente viene posizionata posteriormente all'albero, e lievementre più in avanti del centro di spinta della vela.
Spesso è pivottante, cioè in grado di inclinarsi indietro.
In alcuni modelli è a baionetta (scorre verticalmente in alto ed in basso). In rari casi è fissa.
La deriva è anche lo spostamento laterale (indesiderato) della barca, provocato dall'azione del vento sulle vele e sullo scafo, e che viene contrastato dalla presenza della deriva (cioè la deriva contrasta la deriva della barca)
Golfare
Cavallotto
E' un anello, generalmente attaccato all'alberatura, che consente il fissaggio di altre attrezzature, ad esempio un bozzello od una scotta.
Il cavallotto non è un anello chiuso, ma una sorta di ponticello che una volta fissato ad una struttura costituisce un punto di aggancio simile a quello di un golfare.
Galloccia Una truttura simile ad una "T" ribassata e con base allargata che viene utilizzata per fissare i cordami (per l'ormeggio, o dopo il tensionamento).


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